LACRIME DI COCCODRILLO

Che io sono sempre stata contraria. Sarà perchè sono molto sensibile al tema degli incidenti sul lavoro, e le formiche, si sa, loro sono operaie. Uccidere una formica mi è sempre sembrata una cosa indegna. La formica è piccola. E’ fondamentalmente pulita. Non porta malattie. Non punge. Non è nemmeno brutta. E lavora. Passa la vita a lavorare. A volte fa lavori pericolosi. Si arrampica lungo pareti scoscese per chilometri e chilometri. Attraversa prati immensi dove dei cuccioli di uomo giocano a palla, con le loro scarpette anatomiche dalle suole stampate. E poi fa sforzi immondi, che la vedi passare e la mollica di pane che sta trascinando via sembra più grossa di lei. Che assoluta disparità di forze. Non si può uccidere un animale così, non è eticamente coerretto. Ho sempre pensato, uno al limite potrebbe perdere un minuto al giorno per darle una mano, che ne so portare una fila di pane vicino al formicaio. Perchè penso alla festa lì sotto, ai significati assolutamente religiosi che le formiche credenti potrebbero dare all’evento. Alle spiegazioni scientifiche delle formiche scenziato con gli occhiali "è provato che una fila di pane passa di quà ogni trecento anni". Insomma. Poi alla fine il pane non l’ho mai portato, anche perchè di fatto non saprei dove andare a trovare un formicaio. Però ucciderle no. E questa la teoria, fino ad oggi.
Che poi adesso mi sento male, al pensiero di chi le sta aspettando a casa. Uscite per il loro lavoro quotidiano ed immolate alla causa dell’approvvigionamento. Tutti quei corpi neri nella accumulati nella mia paletta. Veramente mi viene quasi da piangere, non è che mi sono esaurita veramente????No perchè è grave la faccenda. Forse, mi dico. Forse per le formiche è normale. Forse non stanno lì a casa a fare una tragedia. Forse il fenomeno è così comune che loro gli danno meno importanza, alla vita. Forse siamo noi che ci stiamo troppo attaccati, a questi vita. O forse semplicemente non dovrei guardare ai problemi delle formiche con i miei occhi.
Comunque, sono i fatti che contano. E la realtà è che vero, ho usato il raid. A mia parziale discolpa posso dire di averlo davvero usato come ultima ratio, che erano tre giorni che perdevo ore a spazzare casa e buttarle dalla finestra, nel tentativo che si salvassero e avvertissero le colleghe che su non si doveva salire. Perdevo molto tempo perchè loro quando le spazzi con la scopa, se sono dieci prendono dieci direzioni diverse.Se sono cinquanta, cinquanta direzioni. Che intelligenza superiore. Però oggi sono tornata a pranzo ed il tavolo era completamente nero. Nonostante avessi pulito che non c’era nemmeno una mollica (la polvere si, per quella basta aspettare un paio d’ore dopo aver passato lo straccio, che sono sicura che il produttore della polvere mondiale si nasconde proprio sotto il mio parquet). Allora ho fatto tutto senza pensare. Comprato il raid, spruzzato, spalancato le finestre e uscita. Il mio solito non pensare. Poi però, sono tornata a casa, e come al solito il non pensarci non aveva risolto il problema. Così, respiro profondo, ho raccolto i cadaveri. La casa è pulita e splendente, ora. Ma è valsa la pena diventare un’assassina?????

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